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Come ad un fiore appassito può bastare qualche goccia d’acqua per tornare alla vita, così ad un cuore stanco e deluso possono bastare una parola inattesa ed un abbraccio per tornare a battere.
Filippo Alosi
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 21,1-4)
In quel tempo, Gesù alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».
Mi lascio ispirare
Oggi ci troviamo con Gesù e i suoi discepoli dentro al tempio di Gerusalemme.
Questo luogo è magnifico, maestoso per le ricchezze che porta al suo interno, pieno di gente che accorre. C’è molta confusione, tra il via vai di persone, i tanti dialoghi che si possono sentire e il molto denaro che viene fatto cadere all’interno del tesoro del tempio dai ricchi.
Gesù sfrutta questo contesto per offrire ai suoi un insegnamento prezioso e pone il suo sguardo su una persona discreta e poco visibile, una vedova che si reca vicino al tesoro del tempio per donare tutto ciò che ha, due spiccioli. Con questo gesto la vedova, rimasta sola dopo la morte del marito, si affida totalmente a Dio, donando tutto ciò che possiede e tutto ciò che è, pregando, chiedendo al Signore che sia Lui a sostenerla nella sua vita, a non lasciarla mai sola.
Anche noi oggi abbiamo la possibilità di unirci alla preghiera di questa donna così semplice, di sentire che il Signore ci guarda con amore e cura anche nella nostra piccolezza e fragilità, invitandoci ad affidarci a Lui totalmente, perché, ci assicura, non ci lascerà mai soli.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali situazioni desidero particolarmente affidare al Signore, chiedendo sostegno?
In che modo sento che il Signore sta ponendo su di me il suo sguardo?
Quali sentimenti mi abitano quando, seppur nella mia fragilità, sento che il Signore è deciso a non lasciarmi solo/a?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
25
Novembre
2024
Non sei mai sola
commento di Lc 21,1-4, a cura di Sara Zaccarini