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Ciò che non può danzare sul bordo delle labbra va a urlare in fondo all’anima.
Christian Bobin
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 18,35-43)
Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.
Mi lascio ispirare
Mi ritrovo spesso a mendicare: non soldi, non cibo, ma sorrisi, attenzioni, approvazione, stima, affetto. Sono un mendicante e Bartimeo lo sento come un fratello. Quando passa Gesù egli grida.
Anche nella mia vita il passaggio di Gesù risveglia un grido, che rimaneva come trattenuto nelle piccole richieste di attenzione. Queste erano un’abitudine, divenuta automatismo, il grido è una richiesta in cui metto davanti tutta la mia miseria, tutta in una volta, tutta a una sola persona. Gesù passa ora, non ieri e non domani, e ora lo devo fermare. Ne va della mia autonomia, della bellezza della vita, ne va di me. «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Quando Gesù mi rivolge lo sguardo, il grido accorato si fa dialogo sereno e il dialogo lode.
Alla fine non ho fatto altro che mendicare, quello che faccio sempre. Vi ho solo messo il cuore, tutta la mia povertà, intuendo che egli non avrebbe proseguito il cammino senza fermarsi davanti a me. E ora mi trovo a seguirlo pieno di gioia.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali occasioni ti sei ritrovato a gridare al Signore?
Che cosa ti ha portato a gridare?
Che cosa dice di te questo grido?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
18
Novembre
2024
Grida, ora!
commento di Lc 18,35-43, a cura di Stefano Corticelli SJ