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Dio, se t’ho sentito frusciare
strisciare e rovesciare
Io t’ho guardato abbatterti e salire
e accenderti finalmente
come le luci di un ponte
in mezzo all’estate.
Ivano Fossati, L’amante
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 2,13-22)
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Mi lascio ispirare
Gesù è venuto e viene quotidianamente nella nostra vita, nel nostro cuore, nel tempio della nostra carne, per rovesciare le nostre false certezze e convertirci a lui. Seppure possa sembrare piuttosto chiaro, questo messaggio non è certamente facile da applicare concretamente alla nostra vita.
Ci ritroviamo spesso occupati a riempire la nostra spiritualità di cose da fare, pratiche da eseguire, segni da ricercare. L’invito di Gesù è quello di svuotarci di noi stessi per riempirci veramente di lui, ovvero liberarci dalla nostra chiusura in noi stessi, dal nostro essere costantemente autocentrati. Il verbo greco per il verbo «distruggete» che usa Gesù può essere meglio tradotto con “sciogliete”.
Potremmo, allora, pensare al Tempio dei giudei come un intreccio di nodi che sono i peccati causati dalle ferite dell’uomo, che Cristo è venuto a sciogliere per renderci finalmente liberi, cioè disponibili all’incontro con lui, che è amore.
Ogni cristiano è tempio dello Spirito Santo e pertanto ognuno di noi è segno e strumento per sé e per gli altri dell’amore di Dio, luogo in cui incontrarlo e contemplare il suo volto.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale “nodo” della mia vita fatico a sciogliere e voglio che il Signore oggi converta?
Da quale chiusura voglio che il Signore mi aiuti a liberarmi?
In che modo sono segno e strumento dell’amore di Dio per me e per gli altri?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
9
Novembre
2024
Sciogliere i nodi
commento di Gv 2,13-22, a cura di Marco Ruggiero