Foto di Avelino Calvar Martinez da Pixabay -
Dona con l’anima,
senza astuzia.
Sii consapevole
che il tuo dono
sei tu stesso.
Joachim Ringelnatz
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 14,12-14)
In quel tempo, Gesù disse poi al capo dei farisei che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Mi lascio ispirare
Tendo queste mie mani aperte e vuote, sono insieme preghiera e offerta: imploro il tuo amore e me ne faccio puro tramite. Ricevo da te una pioggia gratuita d’amore che mi fa fiorire – e mi permette di offrire al mondo la mia bellezza, i miei frutti, la pienezza della mia vita irrorata di grazia. La mia ricompensa è un dono di vita nuova che scopro ogni giorno, una ricompensa inattesa cui non so abituarmi, una gioia che ogni giorno cambia gusto e colore e mi fa sempre nuova nell’amore.
Invito allora alla mia tavola chi meno riesce a sentirsi amato, chi più si sente lontano dall’attenzione di un Dio talmente sovrabbondante di amore da aver bisogno di mille mani per spartirlo e, nel dividerlo, moltiplicarlo. La ricompensa è il dono stesso: nell’offrire ricevo – a piene mani, a mani vuote.
Queste mie mani tese allora diventano strumenti di grazia, le offro al Signore perché ne faccia quel che vuole: servire è amare, offro questo banchetto per poter riversare sui fratelli l’amore del Signore, per poterli sfamare con l’abbondanza dell’amore che ho ricevuto e non so, non posso tenere per me.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale luogo della mia vita mi sento chiamato a servire?
Chi inviterei al mio banchetto?
Quando mi è capitato di sentirmi incapace di ricambiare?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
4
Novembre
2024
A piene mani, a mani vuote
commento di Lc 14,12-14, a cura di Verena M.