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Nessuno muore senza lasciare traccia. La vita di ognuno tocca qualcuno nel bene o nel male.
Tami Hoag
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 6,37-40)
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Mi lascio ispirare
Il Padre a cui Gesù si riferisce è la nostra origine comune, la radice della nostra umanità condivisa. In quanto esseri umani, siamo parte di qualcosa di più grande, che ci trascende e dà compimento alla nostra esistenza. Gesù invita a riconoscere questa appartenenza universale, invitandoci a riflettere che nulla verrà disperso della nostra umanità. È il mistero della pienezza di vita, a cui tutti aspiriamo: se pienezza deve essere, nulla può essere perduto!
Ciascuno è chiamato a risvegliarsi a questa consapevolezza per gustarla fino in fondo. La resurrezione dell’ultimo giorno non è qualcosa che avverrà in un aldilà: è il momento in cui assaporiamo l’eternità spezzando la circolarità ripetitiva della banalità che talvolta viviamo nella nostra vita.
Anche i nostri legami con le persone care perdute non vengono rigettati. Nulla viene perduto! Quando superiamo la paura di perdere quei legami a cui teniamo tanto, essi diventano perle preziose che nutrono la nostra stessa umanità e ritornano a essere vita nella nostra vita. L’eternità è custodita dalla comune umanità che evolve nel tempo e ci abbraccia tutti.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che modo riconoscere la nostra appartenenza a una comune umanità cambia il modo in cui vediamo noi stessi e le persone che non ci sono più?
Quando ti è capitato di vivere la resurrezione dell’ultimo giorno nel qui e ora?
In che modo i legami con le persone che abbiamo amato e che non sono più fisicamente presenti continuano a nutrire e arricchire la nostra umanità?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
2
Novembre
2024
Nulla viene perduto!
commento di Gv 6,37-40, a cura di Flavio Emanuele Bottaro SJ