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Io vedo che, quando allargo le braccia, i muri cadono. Accoglienza vuol dire costruire dei ponti e non dei muri.
Don Andrea Gallo
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 6,12-19)
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
Mi lascio ispirare
Dodici apostoli, ognuno con le sue differenze. Ognuno con la sua diversa storia. Ognuno con le sue idee e i suoi modi di vivere.
Pescatori ed esattori delle tasse. Gli opposti. Gesù non sceglie tra i “più bravi”, anzi, c’è chi lo rinnegherà, chi lo tradirà e chi scapperà nel momento del bisogno. Sono tutti persone qualunque. Ma a Gesù, in qualche modo, non importa cosa hanno fatto o faranno queste persone. Sono tutti comunque amati.
E chiamando loro forse chiama anche noi. Anche noi, con i nostri tradimenti, le nostre paure, i nostri limiti. Partendo dalla scelta dei dodici prova già a mostrarci un modo diverso di vivere le nostre relazioni. A mostrarci come vivere insieme, a non creare barriere divisorie, confini, dove tu stai di là e io di qua, come volerci bene, comprenderci e sopportarci, anche quando siamo così diversi tra noi.
I nostri limiti, i nostri difetti, le nostre differenze diventano terreno comune sul quale far crescere la bellezza della relazione tra noi e con Lui.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa mi aiuta a essere accogliente con le persone che frequento e incontro nelle realtà in cui vivo?
In che modo i miei pregiudizi e le mie paure mi impediscono di conoscere e aprirmi a nuove persone?
Quando mi sono sentita/o inclusa/ e/o esclusa/o e cosa ho provato nelle due situazioni?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
28
Ottobre
2024
Tutti comunque amati
commento di Lc 6,12-19, a cura di Tomaso Roncallo