Foto di Thirdman su Pexels -
Lʼerba voglio non cresce neanche nel giardino del re
Proverbio
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 10, 35-45)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: “Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo”. Egli disse loro: “Che cosa volete che io faccia per voi?”. Gli risposero: “Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra”. Gesù disse loro: “Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?”. Gli risposero: “Lo possiamo”. E Gesù disse loro: “Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato”. Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: “Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dellʼuomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”.
Mi lascio ispirare
C’è differenza tra desiderare qualcosa attendendo che si realizzi e pretendere che quello che io voglio venga fatto. I discepoli pretendono che Gesù faccio ciò che loro vogliono, secondo i loro schemi precostituiti: «vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo».
Come un genitore paziente Gesù ascolta i “capricci” dei discepoli, poi con amore li aiuta ad aprire i loro occhi, a purificare i loro desideri, a entrare nella logica dell’Amore e non del potere.
Gesù non misura la grandezza secondo la logica umana del potere, ma secondo la logica divina del dono. Chi più dona più è ricco, chi più serve più è importante e grande. I nostri desideri possono portarci in alto, aprirci all’amore, all’altro, aiutarci a crescere, oppure possono diventare prevaricazione con il rischio di schiacciare e sottomettere l’altro, chiudendoci in una logica egoistica dove al centro ci sono solo io.
Donare non è la logica del debole, che perde qualcosa, ma la logica della vita, che solo se ècondivisa, solo se mette al centro il desiderio e la dignità di ogni uomo, può diventare ancora più grande.
Chiediamo al Signore di aiutarci a mettere da parte i nostri “io voglio” egoistici per mettere al centro il bene, l’Amore, per trovare il nostro posto nel mondo, nella relazione che fa crescere e non schiaccia.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali “capricci” a volte abitano la mia vita?
Cosa mi impedisce di accogliere gli insegnamenti di Gesù?
Quando mi sono sentito schiacciato da logiche di prevaricazione? Come ho reagito?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
20
Ottobre
2024
Io voglio
commento di Mc 10, 35-45, a cura di Chiara Selvatici