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Dammi l’acqua
dammi la mano
dammi la tua parola
che siamo,
nello stesso mondo.
Chandra Livia Candiani, Dammi l’acqua
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 11,37-41)
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».
Mi lascio ispirare
Mi soffermo a guardare il bicchiere e il piatto che ho davanti. Pieni. Ringrazio per questa abbondanza che non è scontata. Questo bicchiere mostra il suo contenuto. Ci sono altri bicchieri con diverse capacità… penso alla trasparenza. Dal bicchiere al piatto passo alla tovaglia, alla tavola, a come è preparata. Mi dice qualcosa della persona che mi ha invitata. Con un gesto un po’ goffo rovescio il bicchiere sul tavolo. Cala il silenzio, mentre mi affretto a porre rimedio, sento lo sguardo dei miei commensali su di me. Mi sento a disagio, fuori posto.
E poi ci sei Tu, accanto a me, che sorridi, sdrammatizzi, mi dici “non preoccuparti” e mi versi un po’ del tuo vino dal tuo calice. Guardo le tue mani sporche, il tuo calice e il mio. E guardo le mie mani. È bello versarsi per altri, così lascio andare i giudizi, il bisogno di essere perfetta. Un cuore puro è un cuore non diviso. Tra esterno ed interno, apparenza ed essenza. È paradossale, è con-dividere che mi unifica. Siamo interi quando ci spezziamo, ci versiamo. Che acqua, o vino, cosa posso offrire alla fame e alla sete di chi mi sta davanti? Allora smetto di guardare il piatto e il bicchiere e alzo lo sguardo, incontro i volti e le mani e le parole di chi sta con me a questa tavola.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Con chi ti fa piacere mangiare insieme?
Che cosa prepareresti se potessi invitare Gesù a pranzo o a cena?
Com’è fatto il tuo bicchiere e cosa contiene?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
15
Ottobre
2024
Sull’orlo del tavolo
commento di Lc 11,37-41, a cura di Caterina Bruno