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Questo ti voglio dire
ci dovevamo fermare.
Lo sapevamo. Lo sentivamo tutti
ch’era troppo furioso
il nostro fare. Stare dentro le cose.
Tutti fuori di noi.
Mariangela Gualtieri, Nove marzo duemilaventi
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 10,17-24)
In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
Mi lascio ispirare
«Beati i vostri occhi che guardano e i vostri orecchi che ascoltano». E la beatitudine non è solo rivolta al passato, ma si apre al futuro: “voi che mi avete visto e ascoltato”, sembra dire il Signore, “mi avete conosciuto, e conoscendo me avete conosciuto il Padre, ma anche da adesso in poi, continuando ad ascoltarmi, a contemplare le mie opere, a interrogarvi su cosa significa quel che io dico e faccio per voi, mi conoscerete ancora di più, e sempre meglio. E questa sarà la vostra beatitudine, cioè l’inizio di una vita più felice”.
In realtà noi vediamo ed ascoltiamo un sacco di cose tutti i giorni. Pensate a come il cellulare o i social ci bombardano di immagini, cose da vedere, brani da ascoltare: chi vive con la testa lì dentro, è come se vivesse in un mondo dove Dio non c’è, dove Gesù è assente. Voi state leggendo queste righe come su un social, ma non vi servirebbero se, spento lo schermo, non vi metteste a pensare e pregare, da soli, davanti a Lui.
Insomma, per tutti, e anche per voi, è necessario scegliere cosa ascoltare e cosa guardare: in tutto quello che ci circonda, nelle tante immagini e suoni che si avvolgono, ci sono anche scorpioni e serpenti, ma Gesù li neutralizza.
Non si tratta di spegnere tutto e di vivere come se la tecnologia non esistesse: si tratta di saper rimanere nel mondo reale, non vivere in una galleria di immagini. E per questo, bisogna sapere disconnettersi, per connettersi a Lui. Lì ritroviamo il modo per connetterci anche agli altri – e non solo in una chat.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che luogo della mia vita i tanti stimoli rischiano di confondermi?
Cosa può aiutarti a fare una selezione dei tanti stimoli?
Dove puoi essere più presente oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
5
Ottobre
2024
Noi o lui?
commento di Lc 10,17-24, a cura di Ottavio De Bertolis SJ