Foto di Nina Uhlikova su Pexels -
Frodo intraprese l’impresa per amore: per salvare a sue spese il mondo che conosceva dal disastro, se avesse potuto; e anche in totale umiltà, riconoscendo di essere del tutto inadeguato all’incarico. Il suo vero incarico era solo quello di fare ciò che poteva per riuscire a trovare una strada, e di seguirla finché le sue forze mentali e fisiche lo avessero permesso. E lo ha fatto.
J. R. R. Tolkien, Lettera 246
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 10,1-12)
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città»
Mi lascio ispirare
Il lavoro dei discepoli sembra tutto il contrario dei nostri oggi. Sono agnelli in mezzo ai lupi, impreparati; vanno loro verso chi li può cacciare; prendono indietro solo quello di cui hanno strettamente bisogno per continuare. Ma, soprattutto, se il loro augurio di pace, il messaggio d’amore non è accolto, non hanno nulla da rimproverarsi; la pace torna su di loro e la missione va avanti.
Davanti alle parole “testimonianza”, “vocazione”, “pastorale”, il lavoro che siamo chiamati esplicitamente a fare ogni giorno da cristiani sembra difficile e oneroso. Eppure, già dai primi giorni Gesù non ha mai voluto altro che il nostro provarci. Ci chiama con i nostri difetti, che ci rendono indifesi. Senza gli accessori che usiamo per schermarci di solito dal mondo esterno, dalle normali ferite di ogni relazione umana. Ci vuole autentici, mentre mostriamo di avere quella gioia di vivere e quella cura per gli altri che solo le persone amate incondizionatamente possono avere.
Per il resto, non importa se altri non ci amano, se sbagliamo qualche volta, se non siamo serafici come angeli o appassionati come i dodici. Se siamo mossi dalla pace interiore, porteremo pace. Se l’amore di Gesù ci ha commosso, commuoveremo, portandolo nei cuori disposti ad ascoltare e accogliere.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale occasione la chiamata a fare testimonianza ti è sembrata difficile?
Che cosa ti fa paura nello sbilanciarti per Gesù nelle relazioni con gli altri?
Cosa percepisci come un difetto di personalità, che però ti ha dato l’occasione di connetterti più profondamente con gli altri?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
3
Ottobre
2024
Provarci
commento di Lc 10,1-12, a cura di Gloria Ruvolo