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Ho bisogno di sbagliare ancora tanto altrimenti non capirò mai niente.
Marco Lodoli, Italia
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 7,31-35)
In quel tempo, il Signore disse: «A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».
Mi lascio ispirare
È venuto Giovanni il Battista…
È venuto il Figlio dell’uomo…
L’ospite inatteso dovrebbe essere il benvenuto, ma, soprattutto in una cultura come quella orientale, non accade così. Gesù, come Giovanni prima di lui, viene respinto dalla maggior parte dei suoi contemporanei.
Provo a lasciare da parte l’ospitalità orientale, perché veramente l’ospite dovrebbe essere sempre ricevuto, persino il nemico, e guardo piuttosto me stesso.
Che cosa mi impedisce di accogliere una persona? È l’idea che mi sono già fatto di lei, che diventa il metro con cui misurare le sue parole e il suo comportamento. In qualche modo tendo a riprodurre quello che già so, a cercare delle conferme. Non vedo una persona, non la ascolto, ma mi fermo, a quello che la precede, le mie idee, che sono appunto venute prima di lei. Corro il rischio di fermarmi a quello che già so, perché ha una sua logica, combacia con la mia esperienza.
Il nuovo, invece, esce dalla mia logica, lo trovo irrazionale, per cui alzo delle difese. Come i contemporanei di Gesù, che qualificano come indemoniato il Battista, per il suo modo di vivere nel deserto, e non arrivano a concepire un messia che frequenti persone poco dabbene.
Sono e siamo, quindi, dei prevenuti, pronti a difenderci, a salvare le idee che ci siamo fatti, le idee che ci sono venute prima, piuttosto che perdere noi stessi per avventurarci verso l’ignoto.
Che cosa ci può permettere di fare un passo indietro?
Forse solo la sete di una Sapienza, che non possediamo, che non viene dal passato, ma è qui presente, e bussa alla nostra porta.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale occasione hai riconosciuto di avere dei pregiudizi?
Che cosa ti ha portato a riconoscerlo?
Com’è cambiato il tuo giudizio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
18
Settembre
2024
Prevenuti
commento di Lc 7,31-35, a cura di Stefano Corticelli SJ