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Presuppongo che in me esistono tre tipi di pensieri: uno mio proprio, che proviene unicamente dalla mia libertà e volontà; e altri due, che vengono dall'esterno: uno dallo spirito buono e l'altro dal cattivo.
Sant’Ignazio di Loyola, Esercizi spirituali [EESS32]
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 6,17-29)
In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Mi lascio ispirare
Possiamo rileggere il martirio di Giovanni il Battista come esempio di quello che sant’Ignazio chiama “discernimento degli Spiriti”. La voce di Giovanni il Battista è quella dello spirito buono, il messaggero di Dio, che sollecita il re a perseguire il bene, a essere un uomo giusto e retto, a conformarsi alla volontà di Dio. Il re rimane perplesso nell’ascoltarlo – probabilmente perché è ormai da lui così distante – ma ne è comunque attratto positivamente e lo fa volentieri: è quel senso di consolazione che genera lo spirito buono.
Lo spirito malvagio si manifesta attraverso la voce di Erodiade, che utilizza le armi della seduzione per confondere e corrompere il re e trascinarlo fino alla più brutale e ingiustificabile azione: l’abuso di potere per uccidere un uomo innocente. Misura della scelta scellerata del re è il sentimento di grande tristezza che rimane nel suo cuore.
Al centro c’è il re: l’uomo o la donna che è lasciato libero fino all’ultimo di scegliere quale spirito seguire.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali pensieri attraversano la mia mente?
Quali sentimenti generano nel mio cuore?
A quali azioni e scelte mi conducono?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
29
Agosto
2024
Discernimento degli spiriti
commento di Mc 6,17-29, a cura di Anna Laura Lucchi Filippo Zalambani