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Lo sanno a memoria il diritto divino, ma scordano sempre il perdono.
Fabrizio De André
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 23,23-26)
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!».
Mi lascio ispirare
Ripetutamente Gesù appella gli scribi e i farisei “ipocriti”. Ipocrita è colui che dice una cosa e ne fa un’altra, che mostra un’immagine di se stesso che non corrisponde alla realtà, preoccupandosi maggiormente per l’apparenza piuttosto che per la sostanza. E l’accusa di Gesù a scribi e farisei è proprio questa: essi compiono azioni esteriori per essere visti dagli altri. Le azioni in sé non sono sbagliate, come per esempio pagare la decima, ma è sbagliato l’atteggiamento interiore; non sono mossi da giustizia, misericordia e fedeltà, ma da un interesse personale.
Forse possiamo sentire queste parole di Gesù rivolte a noi. A volte ci impegniamo a mostrare una certa immagine di noi agli altri, un’immagine che sia pulita, che sia il più perfetta possibile. Quello che non ci piace, o che pensiamo possa non piacere agli altri, lo nascondiamo. E non lo nascondiamo solo agli altri, cerchiamo di tenerlo nascosto anche a Dio e a noi stessi. È come se chiudessimo tutto in uno sgabuzzino, con l’intenzione di non far entrare nessuno e di non guardare troppo nemmeno noi.
Gesù ci rivolge queste parole per spingerci a guardare dentro quello sgabuzzino, senza vergogna, e a lasciarlo entrare. Ci ricorda che Lui vuole incontrarci proprio nei luoghi del nostro cuore che sentiamo sporchi, quelli che non mostriamo agli altri e che non ci piace guardare. E proprio lì vuole incontrarci e aiutarci a pulirli, per renderci meno ipocriti, più liberi, davanti a Lui, agli altri e a noi stessi.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Guardando la mia vita, in quale occasione mi sono comportato come gli scribi?
Cosa di me faccio fatica a mostrare agli altri, anche al Signore?
In quali occasioni ho lasciato emergere senza vergogna anche questi lati? Come mi sono sentito dopo?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
27
Agosto
2024
Verso la Libertà: l’autenticità che guarisce
commento di Mt 23,23-26, a cura di Pietre Vive (Roma)