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Credo non serva a nulla combattere direttamente le debolezze naturali. Dobbiamo farci violenza per agire come se ne fossimo immuni nelle circostanze in cui un dovere lo esiga imperiosamente; e nel normale corso della vita bisogna conoscerle a fondo, tenerne conto con prudenza, e sforzarsi di farne buon uso, perché tutte possono essere bene impiegate.
Simone Weil, Attesa di Dio
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 23,13-22)
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso»
Mi lascio ispirare
Quella stessa voce che aveva detto beati i diseredati, i vinti, gli afflitti, oggi dice «guai» ai capi del popolo, a quelli che sono stimati nella società e che si fregiano di importanti ruoli di rappresentanza. Sembra gridare in senso contrario a tutto ciò che sembra più ovvio a coloro che lo ascoltano.
Gesù vuole difendere i semplici e gli ingenui dallʼipocrisia e dal vuoto legalismo delle guide religiose, e non ha paura di alzare la voce, fare minacce, farsi nemici. Forse spera anche che la durezza delle sue parole possa far breccia nei cuori degli scribi e dei farisei, inariditi dal bisogno di mostrarsi sempre giusti e perfetti.
Noi non abbiamo questo coraggio: difficilmente ci alziamo a prendere le difese dei semplici e degli esclusi, difficilmente quando vediamo un problema parliamo con franchezza, difficilmente riusciamo a non omologarci al nostro ambiente. Spesso rimaniamo bloccati tra la paura di ferire lʼaltro e il terrore di dispiacergli, di mostrarci spiacevoli, così che preferiamo tenerci dentro le critiche e limitarci alle cortesie, girare attorno ai problemi piuttosto che affrontarli di petto, adeguarci a un contesto piuttosto che provare a cambiarlo.
Gesù invece ama abbastanza il suo popolo da farsi carico della posizione più scomoda, quella dell’outsider, e badare poco alla sua reputazione. Desidera innescare processi, e non solo vivere in maniera comoda e serena la sua vita e le sue relazioni. Non è schiavo del bisogno di essere ben visto nel suo contesto sociale, perché è profondamente radicato nello sguardo e nella verità del Padre. Chiedo anch’io di ricevere quell’amore che permette di dire di no e di rischiare le proprie sicurezze.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa non riesco a dire?
Quale ambiente mi influenza di più, e chi ho paura di scontentare?
Cosa nell’esperienza di Gesù gli ha dato la libertà di dire ed essere ciò che crede?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
26
Agosto
2024
Sincerità scomode
commento di Mt 23,13-22, a cura di Samuele Adorno