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Tu sussurrami che è vero. Non importa se sembra impossibile.
Se la tua voce non trema, se i tuoi occhi non fuggono, io ci credo.
Fabrizio Caramagna
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 6,60-69)
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù, infatti, sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
Mi lascio ispirare
Possiamo contemplare il Signore mentre istruisce i discepoli sul significato profondo del mettersi alla sua sequela. Egli sta mostrando, con la sua stessa vita, cosa significhi farsi pane spezzato, che si dà da mangiare agli altri.
Di fronte a questa chiamata, molti dei discepoli vanno via, abitati da sentimenti di paura, scoraggiamento, senso di inadeguatezza. Pietro, invece, mosso dallo Spirito riconosce che la sequela è possibile solamente grazie a un rapporto costante con il suo maestro, uno stare cuore a cuore con lui per sentire in sé quelle stesse parole piene d’amore che il Signore sussurra al cuore di ogni discepolo che desidera ascoltarle e farle sue.
Chiediamo oggi la grazia di essere come Pietro, di poter ricevere anche per la nostra vita una parola d’amore da parte del Signore che ci chiama a seguirlo nella nostra quotidianità.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali situazioni/relazioni/ambiti della mia vita vivo la fatica/lo scoraggiamento della sequela a Gesù?
In quali situazioni e relazioni ho la possibilità di riconoscere che Gesù sussurra al mio cuore parola di amore per me?
Quali sentimenti mi abitano quando riconosco di vivere alla sequela del maestro?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
25
Agosto
2024
Sussurrami, o Dio, una parola d’amore
commento di Gv 6,60-69, a cura di Sara Zaccarini