la cura dei legami, insieme, incontro, pienezza -
Possiamo essere liberi solo se tutti lo sono.
Georg Wilhelm Friedrich Hegel
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 20,1-16)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
Mi lascio ispirare
All’origine di tutto c’è l’amore. Non un amore generico e disincarnato, non un concetto universale, ma un’esperienza vissuta fino in fondo: l’attenzione totale del Signore Gesù per la persona, chiunque sia, a qualsiasi ora del giorno la si scorga. Quello che conta è incontrare, e lasciarsi incontrare. Sopra ogni altro criterio di selezione, preferenza, convenienza o produttività, per il padrone della vigna ciò che è fondamentale è che ciascuno realizzi il progetto di pienezza che è ai suoi occhi.
In virtù di questa semplice – e pure così complicata – regola d’oro, il padrone non si stanca mai di uscire e riuscire a cercare chi sa affamato di vita piena, di vigne da curare, di fatica da condividere: ogni figlio e ogni figlia. In qualsiasi momento, chiamati a confluire nella stessa terra: c’è posto per tutti, anzi, per ognuno.
Ma i conti si fanno dopo, a fine giornata. Quando tutti i nodi vengono al pettine, quando l’aspettativa urla e l’invidia, aizzata dalla morsa della tentazione del paragone, mi tiene ostaggio delle sue pretese: “non è giusto, io ho fatto di più, lui ha fatto di meno”. La smania di mettere a confronto è una seduzione astuta, e anche abbastanza logica, ma trascura un aspetto. L’unico aspetto che conta: l’amore, che si rivela dentro l’incontro uno a uno del padrone con ciascun lavoratore. È la novità della bontà di Dio: una bontà forse logicamente incomprensibile, così inaudita da rovesciare gli schemi acquisiti. Amore scandalosamente prezioso.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali esperienze della mia vita ho gustato l’attenzione particolare del Signore per il mio cammino?
Riesco, nel mio quotidiano, a uscire e riuscire per cercare operai con cui condividere la “buona fatica” che mi è donata?
Come mi relaziono con la tentazione tutta umana del paragone?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
21
Agosto
2024
Uno a uno
commento di Mt 20,1-16, a cura di Melania Condò