Foto di Scott Bauer, U.S. Department of Agriculture da Pixnio -
L’abbondanza non è un numero o un’acquisizione, è il semplice riconoscimento della sufficienza.
Alan Coen
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 14,13-21)
In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.
Mi lascio ispirare
Una moltiplicazione dei pani. Pane per tutti, benessere assicurato e imprevedibile, in quel luogo e a quell’ora. Una sazietà che riempie: ne avanzano dodici ceste piene traboccanti. Dodici come le tribù di Israele, ceste dalle quali anche avanza: ce n’è per tutti, e ancora di più. Una grande folla, tra cui molti malati. Un gesto di compassione: il verbo dice non una semplice o generica pena per qualcuno, ma un dolore che parte dal ventre, come un calcio nello stomaco. La compassione è qualcosa che ci attanaglia, e in genere se ci facciamo prendere dalla vera compassione, facciamo cose strane, tipo piangere o rimetterci soldi. Forse è meglio non averla: ha conseguenze inaspettate. I pani comunque si moltiplicano: per cinquemila, che è 5 per mille. Il numero 5 dice i popoli pagani, mille la moltitudine. Si siedono sull’erba: non sono ammucchiati come le sardine, stretti affollati e sudati come ai concerti, ma si distendono, stanno bene, il verde rinfresca e ripara. Il mondo affatica, Gesù ristora.
Ci sarebbe una contraddizione: «date voi stessi da mangiare». E, in effetti, sono proprio loro, i discepoli, a darli. Ma chi li moltiplica è lui. Nonostante le belle parole abituali che si sentono, questo brano non significa che condividendo si moltiplica: se hai poco, puoi condividere anche meno, e se non basta per te, a maggior ragione non basta per gli altri. È Gesù che moltiplica, non tu. Se sei pieno di lui, però, puoi dare quello che Lui di dà, per te e anche per loro.
Il pane nell’Antico Testamento è la Parola, l’insegnamento: è la dottrina di Gesù, le sue Parole. E oggi ci sono molto pochi che le raccontano e le annunciano. Tu te la senti di annunciare la Parola di Gesù, di distribuire questo pane con la tua vita? E chi è disposto a lasciare tutto per moltiplicare questo pane, l’Eucaristia, che non ci è garantito, non cade dal cielo, ma passa attraverso le mano di poveracci come tutti, che però si lasciano coinvolgere fino in fondo dalla Parola che hanno ascoltato? Così la loro vita è una cosa sola con quel pane che spezzano.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale pane ti ha saziato?
Di cosa ti nutri, oggi?
A chi oggi ti senti chiamato a dare da mangiare?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
5
Agosto
2024
Noi o lui?
commento di Mt 14,13-21, a cura di Ottavio De Bertolis SJ