Foto di Matteo Suffritti SJ -
Il frutto che più lento matura è l’anima dell’uomo.
Arturo Graf
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 13,36-43)
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».
Mi lascio ispirare
Gesù è un maestro paziente che non scappa davanti alle domande dei suoi discepoli. Questa idea che la zizzania sia lasciata crescere insieme al buon seme stupisce, sconcerta, suscita interrogativi. Possiamo prenderci tempo per parlarne, seduti a casa con lui.
Il Signore è franco: il nemico del regno c’è, si muove per distruggere, per rovinare. Si insinua nell’oscurità, approfittando di quel punto in cui la recinzione del campo è un po’ più fragile, lì dove il nostro mondo è più esposto. Il nemico se ne va lasciando le sue spore, una logica figlia del suo stile: scandali, iniquità…
Pur provando a intrecciare le sue radici intorno a quelle del buon seme, la zizzania seminata nella notte non ha il potere di impedire la crescita dei figli del regno, fino alla piena maturazione del chicco nella spiga. Il Figlio dell’uomo ha una grande fiducia nella potenza vitale del seme buono. La prova si può attraversare. La prova seminata dal nemico non è la fine del mondo.
Più sapiente delle frette e dei perfezionismi del “tutto subito” fiorisce la pazienza di Gesù. Più passa il tempo più sarà chiaro quali steli portano frutti splendenti e quali sono erbaccia inconsistente. Contempliamo il sorriso sereno del maestro buono che già intravede la festa del giorno della mietitura, la fragranza del pane nuovo.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali sono le domande che voglio fare oggi a Gesù: quello che non mi torna, di cosa vorrei parlare con lui? Chi chiamerei a sedersi vicino a noi?
Cosa si muove in me quando sento parlare Gesù di un nemico che semina zizzania di notte? Quali sentimenti? Quali pensieri?
Quando ho gustato nella mia vita la sapienza della pazienza, che accompagna la crescita graduale del grano buono senza spaventarsi per le erbacce?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
30
Luglio
2024
Frutti splendenti
commento di Mt 13,36-43, a cura di Matteo Suffritti SJ