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Ricorda: non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere.
J.K. Rowling, Harry Potter e la pietra filosofale
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 9,32-38)
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni». Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».
Mi lascio ispirare
Quando siamo senza guida, ci ritroviamo stanchi, sfiniti, oppressi dalle cose da fare, e di conseguenza non riusciamo a guardare in faccia la realtà per quello che è. Diventa inevitabile saltare a conclusioni affrettate, che sono costruzioni tutte umane, come delle pezze davanti alle cose che non ci piacciono, o che semplicemente non capiamo, per non vederle. Sempre più spesso, oggi, siamo soggiogati dall’ipoteca della paura e il bisogno di sicurezza ci sembra più forte dei desideri reali. Allora proviamo a ricostruire la realtà attorno a noi secondo i nostri parametri, per tenere a bada quelli che pensiamo siano i nostri bisogni, i quali, però, prima o poi scopriamo essere falsi.
Dinanzi a tutto questo, Gesù ha compassione di noi. Da una parte, nei confronti dei più deboli egli concede soluzioni in qualche modo immediate, guarendo i malati e le infermità; dall’altra, ai suoi discepoli chiede un atto di correponsabilità: egli ci insegna il valore della povertà evangelica, non si innalza (lo faranno altri, inchiodandolo alla croce) oltre le falsità per annientarle e affermare con forza se stesso, che è Verità. Senza azioni di autoaffermazione, invece, si mostra umile e va alla ricerca di operai, anzi, rimanda al Padre questo compito, a partire dalla preghiera degli stessi discepoli.
Chiediamo al Signore di liberarci gli occhi dalle falsità, di sciogliere la nostra lingua dalle menzogne, per essere, guidati dal suo Spirito, portatori della verità, seminatori di libertà, costruttori di carità.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali falsità riconosco che abitano oggi il mio cuore?
In quale occasione ho percepito che il Signore si prendeva cura della mia debolezza?
Come posso essere portatore di Verità nella mia vita?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
9
Luglio
2024
Chiamati alla verità
commento di Mt 9,32-38, a cura di Marco Ruggiero