Foto di Ilaria Zipponi -
Alzati
ama per sempre,
sbagliati,
non serve a niente
vivere
se non si dà.
Gianna Nannini e Giorgia, Salvami
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 5,1-12a)
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Mi lascio ispirare
Ci possiamo immaginare tra i discepoli ad ascoltare Gesù che parla seduto sulla montagna: possiamo sentire il caldo, il terreno sabbioso sotto di noi, l’aria secca, il rumore del nostro vicino che si muove. A causa del brusio facciamo fatica a concentrarci sulle parole che ascoltiamo.
Parole non facili da capire, ma che parlano di felicità e di salvezza. Perché è quello che Dio desidera per noi. E con queste parole Gesù cerca di aiutarci a raggiungerle, ci dà qualche indicazione in più.
Felicità perché ci indica, in modo profondo e dettagliato, quali sono le caratteristiche e i modi di agire che rendono pienamente felici, profondamente consolati. Salvezza perché parla al futuro, parla del regno dei cieli, del regno di Dio.
Sono tutte caratteristiche o modi di agire che presuppongono un’apertura verso il prossimo, verso l’altro. Una disposizione ad accorgersi e ad aiutare gli altri, a rendersi conto e a prestare attenzione al contesto in cui viviamo, a non essere chini su noi stessi. Che di sicuro diventa un’apertura verso Dio, verso l’incontro con lui. Ed è questo, un’apertura al prossimo che è apertura all’incontro con Dio, ci dice Gesù, che ci rende pienamente felici e che ci salva.
Gesù sembra volerci dire anche un’altra cosa dalla montagna: se ci è stata donata una di queste caratteristiche, non dobbiamo pretendere di vedere i “risultati” di come siamo o di come agiamo subito. Se riconosco di essere mite, assetata di giustizia, misericordiosa, pura di cuore, operatrice di pace… non devo aspettarmi che mi vengano riconosciuti dei meriti nel presente, ma vivere il presente pienamente e intensamente, nella maniera più allegra ed esultante possibile, sempre pronta ad accogliere Dio. Allenare il cuore a rimanere aperto all’incontro con l’altro, che è incontro con Dio. E attendere con serenità e fiducia il regno dei cieli.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale delle beatitudini mi riconosco di più? Perché?
In che modo e in che circostanze sento che Gesù desidera la felicità per me?
In quali situazioni sono aperta/o al prossimo o agisco per il suo bene? Mi aspetto in qualche modo una ricompensa?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
10
Giugno
2024
Salvami
commento di Mt 5,1-12a, a cura di Ilaria Zipponi