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Poiché la nostra rappresentazione della realtà è molto più facile da afferrare che non la realtà stessa, noi tendiamo a confondere le due cose e a prendere i nostri concetti e i nostri simboli come fossero la realtà.
Fritjof Capra, Il Tao della fisica
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 16,15-20)
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Mi lascio ispirare
Non è facile capire Gesù. Cosa vorrà dire che chi crederà guarirà i malati imponendo le mani?
Ma tentando di spiegare col raziocinio alcuni passaggi, rischiamo di confondere la realtà a cui ci chiama Gesù con la rappresentazione del mondo di cui siamo capaci.
Già nella comunicazione tra noi, gran parte del messaggio non viaggia nelle parole che costituiscono il discorso. Tanto più questo vale con la Parola.
Ogni pagina del Vangelo è per noi. Tuttavia stare davanti alla Parola ci chiede lo sforzo di andare oltre la lettura del discorso. Ci chiede di prenderci del tempo per fare un’esperienza viva, attraverso i sensi e i sentimenti.
Allora anche i discorsi di Gesù che ci sembrano insensati, avranno qualcosa da comunicarci.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali sono i passaggi della Parola che proprio non capisco? In che modo sto cercando di approcciarli?
Quando hai “sentito” chiaramente che la scrittura, oppure un brano di un libro o di una canzone ti parlavano?
Quali differenze noti tra le due esperienze delle domande precedenti?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
12
Maggio
2024
Esperienza reale
commento di Mc 16,15-20, a cura di Ettore Di Micco