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In un cuore pieno c’è spazio per tutto, in un cuore vuoto non c’è spazio per niente.
Antonio Porchia
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 14,6-14)
In quel tempo, disse Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».
Mi lascio ispirare
Forse è un sussulto, quello che prende Gesù alla domanda di Filippo. Mostraci il Padre? E che cosa ho fatto finora? La logica del Signore non arriva immediata e chiara come quella dei discepoli. Ci vuole un attimo: per ripeterla in testa, passarla tra le memorie, gustarla con il cuore.
E allora immagino un uomo che ha capito di essere il figlio di Dio; un uomo umile, che ha poco tempo per compiere l’impresa più importante della storia dell’umanità. Che ansia verrebbe, a un uomo normale. Che ansia, a volte, la nostra vita piena di responsabilità, da soli a decidere sul nostro destino, a fare scelte giocandoci il poco tempo che abbiamo sulla Terra. Che cosa chiedere prima?
Ma non è questa la sua logica. Le opere del Signore non sono rivoluzionarie di per sè. Sono nuove perchè brillano di amore nuovo, danno l’impressione di un orlo pieno d’acqua che trabocca. L’ansia non esiste se hai già ottenuto quello per cui sei venuto al mondo, ovvero amare ed essere amato.
Non c’è niente di più importante che possiamo chiedere nel suo nome: la grazia di sapere di essere nel Padre, di avere – definitivamente, continuamente, immutabilmente – il Suo amore.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che occasione ti sei reso conto che non era tutto sulle tue spalle?
Per quale ambito della tua vita potresti chiedere al Signore la consapevolezza di essere già salvato, già amato?
In quali opere dei fratelli e delle sorelle sai di aver già visto la mano del Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
3
Maggio
2024
Già salvati
commento di Gv 14,6-14, a cura di Gloria Ruvolo