The lost child, Arthur Hughes (via Unsplash, birminghammuseumstrust) -
Io sono piccolo, fragile, indifeso. Posso sbagliare, commettere errori, anche per ingenuità, leggerezza. Allora, prendo tutto me stesso e mi abbandono all'universale fluire delle cose, perché in fondo sono solo un minuscolo granello dell'universo. Affido a Dio queste mie paure. E se davanti alla sua onnipotenza, riesco a riconoscere la mia infinita piccolezza, cosa mai può essere la mia ansia, o la mia paura del futuro, cosa potrà mai farmi la sofferenza?
Giovanni Allevi, In viaggio con la Strega
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 11,25-30)
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Mi lascio ispirare
Il Vangelo è un continuo ribaltamento delle logiche alle quali siamo abituati: a partire dall’incarnazione del Figlio di Dio, ai suoi insegnamenti incentrati su scelte di amore incondizionato, alla Passione e Risurrezione del Messia.
La sapienza di Dio è così rivelata non a intellettuali o saggi ma ai piccoli, a coloro cioè che si fidano di qualcuno più grande di loro, come per esempio i bambini con i loro genitori.
L’invito del Signore non è certo quello di un disimpegno verso lo studio o la cultura (tuttʼaltro!), ma oggi le sue parole sollecitano la nostra capacità di sapersi affidare, di ascoltare le (e)mozioni del nostro cuore e saper scegliere in base a dove sentiamo che è il Signore a chiamarci, chiamarci ad amare di più!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando ho sperimentato la vicinanza di Dio nella piccolezza?
Sono capace di ascoltare cosa si muove nel mio cuore?
Mi lascio guidare dal Signore nelle scelte quotidiane come in quelle importanti della vita?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
29
Aprile
2024
La fatica di diventare … piccoli!
commento di Mt 11,25-30, a cura di Anna Laura Lucchi Filippo Zalambani