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Nascere non basta.
È per rinascere che siamo nati.
Ogni giorno.
Pablo Neruda
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 3,7-15)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito». Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
Mi lascio ispirare
Nicodemo va da Gesù per avere una sua esperienza diretta; va di notte per incontrare la luce, tuttavia non si lascia subito illuminare. Occorreranno altri passaggi, narrati nel Vangelo di Giovanni, fino alla morte e sepoltura di Gesù, affinché questo personaggio diventi un cristiano maturo che accoglie senza riserve il Signore nella propria vita. È il cammino di ciascuno di noi e della nostra capacità di lasciarci amare da Dio.
Tutta la discussione fra i due si concentra sulla parola greca anôthen, la quale può significare “di nuovo” o anche “dall’alto”. Gesù invita Nicodemo a sperimentare la sua presenza salvifica entrando in comunione vitale con la sua persona accettando con fede la necessità di rinascere di nuovo, ma nello Spirito (dall’alto), per vedere il Regno di Dio. Nicodemo, in quanto fariseo, pensava che la salvezza consistesse solo nell’osservare la Legge. Gesù invita Nicodemo – e invita noi oggi – a qualcosa di più: la nuova nascita consiste nell’interiorizzazione della sua Parola mediante lo Spirito che suscita la fede e ci fa aderire a Gesù.
Guardando la croce siamo chiamati a mettere nelle mani del Signore tutte le nostre fatiche, le nostre difficoltà, insieme alle gioie e alle speranze perché lui possa convertire la nostra vita. Come gli ebrei guardando il serpente innalzato nel deserto erano posti faccia a faccia con il proprio peccato, così oggi il Signore vuole portare il nostro peccato con sé sulla croce. Ci invita a salire anche noi sulla croce per attraversare con lui la nostra morte e rivestirci di luce, bellezza e pace. Solo così potremo avere uno sguardo nuovo su noi stessi per acquisire una nuova prospettiva di vita.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale resistenze ho da lasciare per abbandonarmi completamente nelle mani del Signore?
Quale aspetto della mia vita il Signore mi invita a guardare da una prospettiva diversa?
A quale testimonianza mi sento chiamato oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
9
Aprile
2024
Nella notte, lasciarsi illuminare
commento di Gv 3,7-15, a cura di Marco Ruggiero