Foto di Billy Pasco su Unsplash -
Provo a girare il mio cuscino,
è una scusa per venirti più vicino.
Provo a svegliarti con un po’ di tosse,
ma tu ti giri come se niente fosse.
Spengo la luce, provo a dormire,
ma tu con la mano mi vieni a cercare,
tu come me.
Che le stelle della notte fossero ai tuoi piedi,
che potessi essere meglio di quello che vedi!
Avessi qualcosa da regalarti…
e se non ti avessi, uscirei fuori a comprarti.
Lucio Dalla, Stella di mare
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 24,35-48)
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
Mi lascio ispirare
Non ti riconosco e la tua sorridente presenza mi spiazza e mi spaventa. Raggomitolata nel mio lutto, sento che la tua assenza non lascia posto a nient’altro – nemmeno alla tua presenza. Perché sei qui, se sei andato via? Perché sei andato via, se sei ora sei qui? Sento dalla pancia salire una sorta di rabbia: perché ho dovuto soffrire la tua morte, se ora come se nulla fosse ti presenti qui e pretendi che io ti creda, che io non abbia dubbi?
Ma quel come se nulla fosse non dice verità: quel che mi porti sono mani e piedi bucati… e sei tu. Proprio con quelle ferite, proprio perché hai attraversato la morte sei tu. Mi mostri il tuo corpo per dirmi che sei tu e nella tua carne lacera vedo insieme il limite della morte e la vittoria della vita.
Mi manca il fiato per la gioia, tutto in quest’istante è sospeso. Cos’è la vita, cos’è la presenza? Non so più rispondere a queste domande. Ti vedo mangiare e questo mi ricorda la fragile corporalità che hai scelto per insegnarmi a essere uomo al meglio, per dimostrarmi che davvero io sono come te, proprio perché tu hai scelto di essere come me.
Sono testimone del limite scelto per valicarlo, della morte accettata per superarla, della fine attraversata per annientarla: questa fine è stato un inizio e io vado a raccontarlo a gran voce, di questo io sono testimone.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando ti è capitato di provare rabbia nei confronti di Gesù o di Dio?
Cosa ti turba in questo momento?
Quand’è stata l’ultima volta che hai gioito nel Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
4
Aprile
2024
Tu come me
commento di Lc 24,35-48, a cura di Verena M.