Gianlorenzo Bernini, San Girolamo – dettaglio (foto di Sailko via Wikimedia Commons, CC BY 3.0) -
Che poi definire il coraggio non è facile. A me viene in mente la parola "responsabilità". Vale a dire prendersi carico, prendere in carico ciò che ci sta attorno, a cominciare dal proprio destino. Autenticamente, quotidianamente, per quello che è.
Giorgio Terruzzi
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 1,16.18-21.24)
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.
Mi lascio ispirare
La festa di san Giuseppe è la festa di un padre, di uno sposo, di un uomo di fede, di un uomo ragionevole: di un uomo che ha creduto con “coraggio creativo”, così come ha ricordato Papa Francesco in Patris corde. La storia di Giuseppe si intreccia con quella di Maria perché entrambi hanno accolto la vita nelle forme in cui il disegno di Dio ha provveduto.
E il disegno di Dio, ossia di mandare il suo Figlio per salvare il popolo dei suoi figli, si è adagiato nelle forme intricate e difficili della vita degli uomini. La storia del Figlio fin dal suo annuncio non ha evitato le ambiguità, le incomprensioni, i dilemmi degli uomini, di ogni famiglia. Giuseppe, il giusto, ha dovuto fin dall’inizio fare i conti con una nuova vita inaspettata, fuori programma, fuori dai suoi tempi programmati. Ma l’ha accolta, così com’era.
Ha accolto, come Maria, le complicazioni e le indicazioni portate dall’angelo. Ha ascoltato, meditato e lottato. Non ha evitato le difficoltà, ma le ha accolte e accogliendole ha accolto Dio in questa storia difficile, dove Lui voleva entrare per non lasciarci soli.
Per Giuseppe accogliere l’incertezza ha significato poter credere che Dio la può abitare e rischiarare. E così si è potuto destare dal sonno dell’illusione di una vita sicura, per lasciare che il carico dell’incertezza sia sulle spalle di Dio.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Come mi ispira la figura di Giuseppe? Quale aspetto di lui mi consola?
Come accolgo il Signore in una vita in cui non quadrano i conti?
Come immagino si siano sostenuti Maria e Giuseppe nella loro chiamata?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
19
Marzo
2024
Il coraggio è creativo
commento di Mt 1,16.18-21.24, a cura di Leonardo Angius SJ