Ph. by Nathan Martins on Pexels -
Non è la voce che comanda la Storia: sono le orecchie.
Italo Calvino
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 4,43-54)
In quel tempo, Gesù partì [dalla Samarìa] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa. Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.
Mi lascio ispirare
All’epoca di Gesù come ai giorni nostri, può succedere spesso di cercare nei segni e nei miracoli la conferma che egli è potente e che il Dio della vita compie prodigi attraverso di lui. È vero che Gesù, nella sua vita terrena, ha compiuto molti segni, ma, se il segno fosse il centro della fede, come potremmo credere noi che non lo possiamo vedere né toccare?
La fama dei suoi prodigi corre veloce dalla Giudea alla Galilea e ciò spinge un funzionario del re, un pagano, a mettersi in cammino per andargli a chiedere aiuto. Dunque il segno ha una sua funzione, ma la fede non si basa sul miracolo compiuto, come suggerisce Gesù dicendo: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Piuttosto, si basa sulla sua parola che dichiara una realtà presente: «Tuo figlio vive!». Di quella parola il funzionario, registrandone l’ora, scoprirà la potenza e sarà questa che aprirà alla vera fede lui e la sua famiglia.
Dona anche a noi, Signore, di sperimentare la potenza vivificante della tua parola.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Su cosa baso la mia fede?
Quale motivo mi porta a credere?
Come definirei la mia relazione con la parola di Dio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
11
Marzo
2024
Ascoltando, vivo
commento di Gv 4,43-54, a cura di Lorena Armiento s.a.