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Gesù vuole stabilire con i suoi amici una relazione che sia il riflesso di quella che Lui stesso ha con il Padre: una relazione di reciproca appartenenza nella fiducia piena, nell’intima comunione.
Papa Francesco, Regina coeli
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 7,31-37)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
Mi lascio ispirare
A volte abbiamo bisogno di essere portati da Gesù perché da soli non ci riusciamo, facciamo fatica a comprendere di aver bisogno di lui e abbiamo difficoltà a trovarlo. La comunità ecclesiale ci conduce a Dio come madre e maestra e ci aiuta nella relazione personale con lui.
Le nostre richieste, le nostre fatiche, le nostre debolezze insieme con le gioie e le speranze, sono sempre accolte da Dio, ma dobbiamo fare i conti con il nostro egocentrismo perché non possiamo dirgli noi cosa lui deve fare: nel Vangelo portano il sordomuto da Gesù con la preghiera «di imporgli la mano». Non è però quello che fa Gesù: lui sa meglio di noi di cosa abbiamo veramente bisogno. Ciò che salva non è un gesto formale, ma l’intima relazione con lui.
Per trovare l’intimità con Gesù e ascoltare liberamente e sinceramente la sua Parola, è necessario allontanarsi da tutto ciò che è “folla”. Si tratta di tutte le resistenze, in noi e attorno a noi, che si pongono alla nostra libertà, alla ricerca autentica della verità. Sono tutte quelle paure e incertezze che ci chiudono alla relazione sincera con noi stessi, con gli altri, con Dio.
La salvezza che ci porta Gesù è una luce nuova per la nostra vita; è l’apertura alla verità che è lui; è l’accoglienza di una speranza che è una certezza: egli si è fatto uomo per parlare al cuore dell’uomo e insegnargli il linguaggio dell’amore vero. Il Signore apre le nostre labbra perché possiamo fare della nostra vita un canto di lode a lui e dall’intimità con lui tornare come testimoni di salvezza nel mondo intero.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Nella mia storia, chi mi ha portato da Gesù?
Quali sono oggi gli ostacoli alla relazione autentica con Cristo da cui è necessario che mi liberi?
Quale mia ferita desidero che il Signore venga a guarire?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
9
Febbraio
2024
Profonda intimità
commento di Mc 7,31-37, a cura di Marco Ruggiero