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E ti vengo a cercare
perché sto bene con te
perché ho bisogno della tua presenza.
Franco Battiato, E ti vengo a cercare
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 6,53-56)
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.
Mi lascio ispirare
Non arriviamo a Gesù da soli: ci arriviamo portati da qualcuno. Innanzitutto, dalla Chiesa: Marco è il Vangelo dei catecumeni, di coloro cioè che attendono il battesimo. Essi sono stati condotti a Gesù da altri, che hanno già sperimentato su di loro stessi la sua forza risanante. Chi ti ha condotto a Gesù? Certamente chi ha chiesto per te il battesimo; ma poi anche altri, quelli che hanno ripreso la tua fede, la hanno portata ancora più avanti, ponendoti domande, o mostrandoti quello che ancora non avevi sperimentato. E tu, chi puoi portare da Gesù, sulle sue barelle? Quali malati hai di fronte a te, da condurre a lui, almeno con la preghiera, che poi è la carriola migliore, e poi anche con la parola, la testimonianza esplicita, l’esempio della vita?
Egli si trova ovunque: certo nelle chiese, nel tabernacolo, nel quale noi abbiamo ben più che il lembo del suo mantello, ma lui stesso, realmente presente nel sacramento. È presente nella sua Parola, certamente, ovunque sia proclamata. Ma è presente anche nella vita e nella storia di ognuno: è lui l’inatteso, l’ospite che bussa, il nascosto che sta alla nostra porta, spia attraverso le inferriate, sta dietro il nostro muro.
Dove lo ho trovato nella mia vita, in che situazioni? Noterò come lui si fa cercare e trovare davvero ovunque. È facile trovare Dio in cielo, è la sua casa; ma è bello trovarlo anche negli inferi e lui si fa trovare anche nel buio, nei miei momenti più oscuri. Cerchiamo e troviamo Dio in tutte le cose, quelle belle come quelle brutte.
E poi bisogna toccarlo, cioè averne esperienza propria, non basta il sentito dire. Lo tocchiamo nella preghiera, nell’immaginarci con lui nella stessa scena che contempliamo. La preghiera è il nostro dito, che arriva a Gesù. E lui ci solleva, ci libera e risana.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Chi ti ha condotto a Gesù?
In quali luoghi della tua vita hai trovato il Signore?
Chi puoi portare oggi al Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
5
Febbraio
2024
Toccare il mantello
commento di Mc 6,53-56, a cura di Ottavio De Bertolis SJ