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Molte persone s'illudono di fare, in realtà non costruiscono nulla, riempiono solo dei vuoti
Alessandro Bruno
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 6,7-13)
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Mi lascio ispirare
Gesù manda il nucleo più stretto dei suoi amici a vivere ciò che vive lui stesso: la proclamazione del Regno di Dio, l’annuncio di una salvezza che arriva per tutti.
Il Maestro però non vuole che sia una comunicazione sterile, ha a cuore che vivano la stessa esperienza del Figlio inviato dal Padre: l’esperienza di svuotamento di sé. Per questo raccomanda di non portare molte cose non necessarie, perché i discepoli provino che cosa vuol dire per loro essere messaggeri di una Parola che salva senza troppi artifizi, senza troppe sovrastrutture che appesantiscano la comunicazione.
Non ci devono guadagnare da questa esperienza, ma entrare nell’ottica relazionale: la cosa più importante è la verità di ciò che si trasmette, che include anche chi sono io e come ho fatto io per primo esperienza di essere amato, l’identità dell’altro e la sua storia, e direi anche una comune umanità sempre fragile.
Non ci sono soluzioni predeterminate nell’annuncio del Vangelo!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
C’è qualcosa che mi appesantisce nelle relazioni?
A partire dalla mia esperienza personale, che cosa vuol dire essere salvato?
C’è un ambito, una situazione, delle persone in cui potrei portare salvezza?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
1
Febbraio
2024
Coerenza e credibilità
commento di Mc 6,7-13, a cura di Federico Parise SJ