Ph. by Verena M. -
Un piacerino per il giorno, un piacerino per la sera, sempre badando alla salute.
Friedrich Nietzsche
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 6,1-6)
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
Mi lascio ispirare
Un torrente di sentimenti: stupore, scandalo, disprezzo, chiusura e la meraviglia di Gesù.
Sono i tipici “passaggi” di chi si lascia toccare dalla Parola viva che incontra, ai tempi antichi e ai tempi nostri: in ogni tempo dell’incontro con Gesù, Parola di Dio vivente!
La grazia è proprio questa, lasciarsi toccare; il peccato è rimanere nell’indifferenza e nella distanza. Anche un sentimento apparentemente negativo, come lo scandalo può diventare un’occasione perché ti rivela dove sei e, quindi, a partire da dove ti puoi muovere verso la vita. Ma se non senti niente, se la Parola non suscita in te una reazione dentro, come fai a sapere dove ti collochi? Non puoi fare nessun passo, anzi ti sembra che tutto vada bene così, non c’è nulla d’interessante, tutto si riduce al tuo piccolo cabotaggio… mi accontento del già noto, senza prendere il largo. Come dice Nietzsche, «un piacerino per il giorno… ».
Forse questa anestesia, questo non sentire, per molti di noi credenti dipende anche da un’assuefazione: non si può incontrare Gesù, Buona Notizia che ti sorprende, se sei già abituato a lui, se credi di conoscerlo, se hai le tue belle comprensioni nei suoi confronti, come gli abitanti di Nazareth. È «il carpentiere, il figlio di Maria» e per questo lo avvertono come familiare. Purtroppo, però, questa familiarità, anziché allargare, aprire alla meraviglia, chiude la possibilità di conoscerlo veramente. Ci mettono nella posizione di chi già sa, così dimentica la novità e il timor di Dio. Almeno quelli si scandalizzano per questo, noi, troppo spesso, rimaniamo indifferenti!
Chiediamo la grazia di almeno scandalizzarci di Gesù, chissà che questo non diventi l’occasione di scoprire la meraviglia della Buona Notizia per noi tutti!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando Gesù mi ha scandalizzato?
In quale ambito della vita mi sento anestetizzato?
Cosa ti suscita dentro la Parola di oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
31
Gennaio
2024
Scandalosa meraviglia
commento di Mc 6,1-6, a cura di Stefano Titta SJ