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Devi poterlo toccare, Dio, non solo vederlo;
devi poterlo toccare quel Dio caldo di carne,
devi sentirlo con il cuore e anche di più,
con le braccia e la bocca e le orecchie e le gambe e la pelle.
Emmanuel Exitu, Di che cosa è fatta la speranza
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 5,1-20)
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.
Mi lascio ispirare
L’episodio presentato oggi non va inteso principalmente come il racconto realistico di un esorcismo compiuto da Gesù; possiamo leggerlo piuttosto come un’allegoria della sua opera salvifica.
Il nome Gesù significa proprio “Dio salva” ed è proprio questo che succede a coloro che ne hanno fatto vera esperienza, come quest’uomo.
Tanti tipi di morte e di paure invadono le nostre vite e ci tengono prigionieri con ceppi e catene, ci rabbuiano, ci dividono e ci confondo. Spesso il rischio è proprio quello di identificarsi con la nostra schiavitù o paura, e preferiamo il nostro male al suo bene.
Il Signore ci invita invece ad andargli incontro, il resto sarà lui a compierlo.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Da quali paure e sentimenti di morte mi sento tentato?
Quando ho conosciuto la forza salvifica di Gesù?
In che luogo della mia vita sento il desiderio di annunciare il Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
29
Gennaio
2024
Dio salva
commento di Mc 5,1-20, a cura di Anna Laura Lucchi Filippo Zalambani