René Magritte, La Reconnaissance Infinie -
Nessuno è perso, nell’infinito.
Guido Ceronetti
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 1,21-28)
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Mi lascio ispirare
Non si può dire molto dell’indemoniato che urla contro Gesù, però una cosa è certa: era un uomo devoto che frequentava la sinagoga il sabato, proprio come dovrebbe fare un uomo di fede. Eppure rimane sconvolto dalla parola di Gesù. Chissà cosa ascolta di così particolare… Forse non è questione di parole particolarmente convincenti, perché i discorsi non convertono nessuno. Le omelie più intelligenti possono stupire, ma non hanno la forza di cambiare i cuori.
Solo quello che esce dalla nostra interiorità può toccare l’interiorità dell’altro. In quel caso le parole servono ad esprimere un’esperienza di incontro con l’infinito.
Non conosciamo le parole esatte di Gesù in quel momento, ma sappiamo che ha parlato del suo rapporto intimo con il Padre e di quanto questo Padre ami i suoi figli. Cosa vuol dir quindi evangelizzare? Vuol dire raccontare con le proprie parole il nostro incontro con il Signore. Né più né meno.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Dove ti senti chiamato a evangelizzare?
Come ti fa sentire pensare al tuo incontro con Gesù?
Quando delle parole hanno cambiato il tuo sguardo sulla vita?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
28
Gennaio
2024
Un’esperienza di incontro con l’infinito
commento di Mc 1,21-28, a cura di Leonardo Vezzani SJ