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Per quanto io ne capisca, la porta per entrare in questo castello è l’orazione e la meditazione.
Teresa d’Avila
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 10,21-24)
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
Mi lascio ispirare
Oggi ci troviamo davanti ad almeno tre cose: i sapienti e i dotti non arrivano a comprendere alcune cose con la loro intelligenza, perché Dio stesso le rivela a quelli che sono considerati da poco secondo il mondo; solo il Figlio conosce il Padre e vuole rivelarlo; noi siamo beati perché vediamo e ascoltiamo il Figlio, che in sé mostra il Padre.
Non si tratta di essere ignoranti, ma studio e preparazione non bastano se non sono vivificati dallo Spirito. Esiste infatti una cultura, anche delle cose di Dio, priva di anima, puramente di testa” e mai “di cuore”, cioè di coinvolgimento personale con Colui del quale parli. E così scopo dello studio, anche delle cose del mondo, è ricercare l’intima connessione di tutto con Colui per mezzo del quale tutto è stato fatto, e senza il quale nulla esiste. E così si può parlare di Dio solo se lo si conosce intimamente, cioè se lo si cerca, lo si preferisce ad altro, e dunque lo si ama e per questo è necessario rinunciare a molte altre cose.
Gesù è il libro da leggere: la sua parola, i suoi gesti, la sua persona. Gesù rivela il Padre nelle sue parole, che vengono da Lui, nelle sue azioni e nei suoi gesti, che lo mostrano, e perfino nella sua carne: oltre la meditazione della parola, c’è la contemplazione della sua umana persona. Tutto questo conduce l’anima a conoscere il cuore del Salvatore, e a rimanere in Lui.
Siamo già beati: molti avrebbero voluto, ma non hanno visto. Noi invece possiamo: il libro dei Vangeli, il libro aperto del Crocifisso sta davanti a noi. Basta allungare la mano. Non è oltre le nostre forze.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Che posto occupa nella mia vita la ricerca di Dio?
Quanto e quale tempo dedico alla Parola?
In che modo vivo il sapere e la ricerca del sapere?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
5
Dicembre
2023
Che botta di fortuna
commento di Lc 10,21-24, a cura di Ottavio De Bertolis SJ