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Il Dio delle piccole cose aspetta la fine del cammino
con un sacco sgualcito dal tempo ed un piccolo inchino.
Chissà se ci ridà indietro le vite che abbiamo in sospeso,
io credo sia questo l’inferno e il paradiso.
Fabi Silvestri Gazzè, Il Dio delle piccole cose
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 25,31-46)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
Mi lascio ispirare
Quando il figlio dell’uomo verrà sarà come lo sposo che va incontro alla sua amata e la bacia per poi entrare insieme a lei nella vita, nell’amore, per sempre.
Molte volte quando ci approcciamo a questi testi rischiamo un approccio apocalittico e proiettiamo i nostri schemi di potere e di forza anche su Dio, pensando che quando verrà sarà un giudice implacabile e terribile. L’unica cosa invece veramente terribile sarà il rischio di non riconoscersi come amati per non averlo amato negli altri, nei fratelli, negli ultimi.
Dio è piccolo, povero, indifeso, migrante, straniero. A noi riconoscerlo e amarlo così: nell’accoglienza, nella cura, nell’amore senza fine. La via è quella delle beatitudini, aspirare a essere donne e uomini beati in quanto miti, umili, misericordiosi, operatori di pace, giusti.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando mi sono sentito come lo sposo che va incontro alla sposa amata? Quando come la sposa?
Quali schemi di potere e di forza proiettiamo su Dio?
In chi posso riconoscere oggi il volto di Dio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
26
Novembre
2023
Il Dio delle piccole cose
commento di Mt 25,31-46, a cura di Maria Buiatti Luca Baccolini