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Cambia il tutto, ma quello resta sempre uguale
e credo che sia questo amore
e credo che sia questo amare.
Elisa, Promettimi
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 12,46-50)
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».
Mi lascio ispirare
Madre e fratelli originari stavano fuori. Chi ama sa imparare a star fuori. Paziente, sulla soglia. Mostrandosi presente, ma con discrezione. È il sano e liberante distacco di chi ha dato la vita a un altro, che si traduce nel rispetto della missione del figlio, nel Figlio. Pur cercando di avvicinarlo, di meglio comprendere quale sia l’evoluzione della loro relazione. Dove approdi e verso cosa apra un legame, perché davvero sia generativo.
Qualcuno fa notare a Gesù che è cercato. È la notifica di un fatto ordinario, che si rivela un’occasione preziosa. Per lui, per chi è con lui. Come i tanti “ambasciatori” ordinari che nelle nostre vite ci conducono, senza saperlo, a porci domande di sostanza: chi è? Qual è l’identità di una madre, di una sorella, di un fratello, per me?
La risposta autentica alle domande ordinarie di senso, straordinariamente, si trova sempre lì dove siamo. Così vicina a noi: dentro la realtà che per prima ci ha chiamati e messi in gioco. Non altrove, non all’origine, pur comprendendo l’origine, ma verso il compimento.
La risposta autentica apre sempre: ecco, proprio qui. È qui l’identità di chi mi è madre, sorella, fratello: in coloro con cui divido tempo e spazio non per caso, ma in nome di una chiamata. La sola che genera e costruisce relazioni libere, pur nutrendosi dell’origine, della mia storia. È la chiamata di ciascun figlio che si lasci condurre dalla buona volontà e agisca per conto di questa, insieme ad altri. Perché buona è la volontà del Padre e buone saranno le mie relazioni, se innestate su chi è buono.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali relazioni mi hanno insegnato a star fuori, nella discrezione?
Quali relazioni percepisco come non più innestate sulla volontà del Padre, quindi richiedenti una purificazione?
Quali domande di senso abitano la mia vita relazionale oggi e come la Parola le illumina?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
21
Novembre
2023
Chi è?
commento di Mt 12,46-50, a cura di Melania Condò