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A te amico posso dire:
“sine te vacua est mensa mea”
cioè: “senza te è vuota la mia tavola”.
padre Enzo Bianchi
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 22,1-14)
In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
Mi lascio ispirare
Tutto è pronto. Quindi davvero non c’è da preparare o da portare nulla? C’è solo da sedersi a tavola, c’è solo di esserci, così come siamo. La festa ci può dire qualcosa degli sposi, della cura con cui l’hanno preparata e poi attesa. Che tristezza sarebbe perdersi questa occasione per stare insieme. È tutto qui, la mia vita è un tempo per stare con le persone che amo, con il Padre nel Figlio. Questo tempo è tutto ciò che ho.
Non volevano venire. La violenza prende piede quando mettiamo altro al primo posto e dimentichiamo che siamo fatti per la gioia di stare insieme. Non vogliamo che qualcuno ci dica che esiste un modo diverso di stare al mondo. Questa tavola poi, preparata per non si sa quante persone, che spreco! La gratuità del Padre è imbarazzante. Eppure il testo alla fine dice «pochi» e anche questo ci scandalizza. La nostra decisione di accogliere o meno l’invito è il criterio per entrare nella pienezza della vita, ma c’è ancora qualcosa che può impedirci di goderne, persino nel mezzo del banchetto.
Ma io sono pronta (a condividere)? Due atteggiamenti opposti, quello di chi nel fondo non si sente degno di prendere posto e rimane fuori, e quello di chi si ritiene buono e sta seduto a tavola e si guarda intorno, un po’ irritato dalla compagnia. Prendo, non ricevo, questo posto, quando credo che mi sia dovuto. E solo il re è capace di vedere l’abito che indosso, come porto me stessa in questa vita, da come sto in mezzo agli altri.
Provo a ricordare come sono finita qui, fuori o dentro, guardo questo abito che mi copre a malapena, e penso a dove ho lasciato l’altro, ma qui si parla di un abito nuziale… perché dovrei indossare io l’abito più bello, quello destinato agli sposi? Questo abito è misericordia e dono. Cristo è il figlio del re, lo sposo e il servo, ed è Lui il solo cibo, il solo abito d’amore che può strapparci alla morte.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Come mi fa sentire scoprire che qualcuno ha già preparato tutto per me?
Guardo le persone che sono sedute accanto a me a questa tavola: che cosa abbiamo in comune?
Dove ho lasciato il mio abito nuziale?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
15
Ottobre
2023
È pronto!
commento di Mt 22,1-14, a cura di Caterina Bruno