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La bellezza da sola persuade gli occhi degli uomini senza aver bisogno d’avvocati.
William Shakespeare, Il ratto di Lucrezia
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 9,1-6)
In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro». Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.
Mi lascio ispirare
Seguire Gesù implica necessariamente annunciarlo, perché quando si fa esperienza dell’amore e del perdono non lo si può trattenere. L’annuncio a cui siamo chiamati non è basato sulle parole, ma sulla testimonianza: sentirsi figli amati diventa, naturalmente e spontaneamente, vivere da figli amati e mostrarsi figli amati. Non può esserci intimismo, in questo.
Nell’inviare i dodici, e noi con loro, ad annunciare, Gesù indica chiaramente quale deve essere il nostro stile. Perché siamo fatti noi annuncio vivente, immagine di Lui.
E lo stile è, in una parola, libertà.
Essere liberi nella povertà, privi di pastoie e blocchi autogenerati, liberi dall’ansia per un futuro che crediamo sempre di doverci costruire da soli, liberi da doppi abiti e doppi volti. Liberi anche da qualsiasi tipo di rancore, che come polvere ci rimane attaccato addosso quando di fronte a noi troviamo un muro di ostilità.
In questo modo, dove il volto e la bellezza di Dio traspaiono e vengono accolti, la relazione con l’altro si fa intima: Gesù ci invita ad entrare nella vita della gente, del fratello, del collega, dell’amico, a “rimanere là”, a condividere il cibo, a non essere una meteora ma a essere partecipi pienamente della vita del prossimo, da guariti, operando guarigioni.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che modo sento e vivo la libertà a cui Gesù mi invita?
Cosa smuove in me l’idea dell’annuncio?
Dove, nel mio modo di parlare, di vivere, di relazionarmi, lascio intravedere Cristo?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
27
Settembre
2023
Lezioni di stile
commento di Lc 9,1-6, a cura di Pietre Vive (Roma)