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Nessun uomo sceglie il male perché è il male; lo scambia solo per la felicità, per il bene che cerca.
Mary Wollstonecraft
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 6,43-49)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico? Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande».
Mi lascio ispirare
Gesù non dà mai per scontato il nostro cuore. Ed è da lì che si deve partire – o ripartire, con la conversione; è da lì che si gioca il tutto di noi. Frutti e alberi buoni o cattivi: una bella similitudine per dire a chi lo ascolta – e quindi anche a tutti noi – che proprio dal cuore “esce” quello che costruisce la nostra vita, cioè il bene e il male, con tutte le conseguenze pratiche della scelta fondamentale della nostra vita.
A cosa serve invocare il nome del Signore se il cuore, e quindi la nostra vita concreta, va altrove? Gesù è molto chiaro sul fatto che l’uomo è un tutt’uno: cuore e vita, mente e parola, relazioni e opere. E allora è nell’ascolto e nella messa in pratica delle sue parole che si gioca l’autenticità, e quindi anche la forza, della nostra fede.
Roccia o sabbia: il terreno è proprio quello che sostiene la costruzione, ovvero quella Parola che può trasformare sempre la vita di chi ascolta e accoglie, in modo che i fiumi impetuosi della vita non abbiano la meglio su ciò che veramente fa vivere. Oppure – e il rischio non è escluso – una vita crollata. Ancora una volta, dal cuore escono le scelte che fanno della nostra vita quella casa costruita sulla roccia o sulla sabbia.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa esce dal tuo cuore, oggi?
Dove va la tua vita in questo momento?
Quando hai sentito la tua vita trasformata dalla Parola?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
16
Settembre
2023
Scelte dal cuore
commento di Lc 6,43-49, a cura di Lino Dan SJ