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Io nel vedere quest’uomo che muore,
madre, io provo dolore.
Nella pietà che non cede al rancore,
madre, ho imparato l’amore.
Fabrizio De André, Il testamento di Tito
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 19,25-27)
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Mi lascio ispirare
Madre, quante volte ricorre questo termine. A dire che la morte è un passaggio, una gestazione, non è l’ultima parola. Donne che custodiscono e accompagnano alla vita, che sanno che significa l’intreccio della vita e della morte, sanno il mistero del seme che accetta di morire per portare frutto. Sono quelle che hanno il coraggio di restare, come terra che accoglie nel suo grembo l’uomo. Non possono fare nulla, ma sono lì. Donne che insegnano la compassione dello sguardo. Gesù dalla croce vede tutto, e vedere è generare, dare la vita. Vede la solitudine, il dolore di chi ama, di chi è perduto. Il suo sguardo ci rende discepoli amati, ci mette accanto una madre che è la Chiesa.
Vedo questa donna piangere e ripenso a tutte le donne e agli uomini che ho visto piangere. Al mio cuore che diventava uno con il loro e alle carezze che le mie parole e i miei poveri gesti potevano offrire. Al silenzio, che a volte è la sola cosa che possiamo offrire.
Non dice nulla Maria, non dice nulla Giovanni. Si guardano forse come se fosse la prima volta nelle parole di Cristo. La donna diventa madre nel momento in cui vede, riconosce, il figlio che le è accanto. Il discepolo diventa Figlio quando impara ad accogliere la vita dell’altro, quella che gli viene consegnata sotto la croce. Da questo amore si viene partoriti, del prendersi con sé, l’uno nella vita dell’altro. Del prendere il dolore dell’altro e ascoltarlo. Custodendolo.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa o chi consegneresti allo sguardo di Gesù dalla croce?
Che significa per te accogliere Maria come madre?
Cosa vedi accanto a te?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
15
Settembre
2023
Vedendo
commento di Gv 19,25-27, a cura di Caterina Bruno