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Due cose assolutamente opposte ci condizionano ugualmente: l’abitudine e la novità.
Jean de La Bruyère
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 4,31-37)
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.
Mi lascio ispirare
Cafarnao è una città fondamentale per Gesù. Nel Vangelo di Luca la predicazione in questo luogo avviene dopo lo smacco subito a Nazareth, dove il medesimo annuncio non era riuscito a far breccia nei cuori di quella gente, che faticava a riconoscere autorità al proprio concittadino.
A chi spetta l’autorità? A Gesù o alla Parola da lui pronunciata? In un certo senso a entrambi, poiché, se viene a mancare uno dei due poli, messaggio o testimone, difficilmente una predicazione può avere successo. Non ci è dato sapere cosa nello specifico Gesù insegnasse agli abitanti di Cafarnao, ma il verbo utilizzato da Luca, “stupire”, indica con precisione lo stato d’animo che essi provavano nell’ascoltare una novità forse da lungo tempo attesa.
Il nuovo crea sempre scompiglio, soprattutto in coloro che sono legati al vecchio per ragioni di interesse o comodità. Gesù dona speranza e fiducia in un cambiamento che non tollera la staticità di chi confida solo in sé stesso o, peggio, in un’istituzione spersonalizzante ed escludente. Possiamo liberarci da questo tipo di demoni solo a patto di rischiare un affidamento totale nelle mani di chi, con autorità e potenza, guarisce attraverso quell’amore incondizionato che ci insegna, pazientemente, il valore della rinuncia ad affermare il proprio ego a qualunque costo.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
A chi o a cosa sto riconoscendo autorità nella mia vita?
Cosa mi impedisce di affidarmi totalmente a Dio?
Cosa mi aiuta ad accogliere la novità della Parola di Dio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
5
Settembre
2023
Un’autorità che stupisce
commento di Lc 4,31-37, a cura di Fabrizio Barbieri