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È facile, nel mondo, vivere seguendo lʼopinione del mondo; ed è facile, nella solitudine, vivere seguendo la propria; ma lʼuomo davvero grande è colui che in mezzo alla gente mantiene con assoluta serenità lʼindipendenza della solitudine.
Ralph Waldo Emerson
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 14,1-12)
In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta. Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre. I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.
Mi lascio ispirare
Per avvicinarci a queste parole ci può essere utile il suggerimento di sant’Ignazio, di iniziare cioè con la “composizione di luogo”: si tratta di immaginarci la scena, anche nei dettagli, e vedere noi stessi all’interno di quel quadro. Possiamo notare, osservare, contemplare, questa festa o cena, molto simile del resto a tante altre, che si compiono ancora oggi: gli invitati sono tutti persone importanti, ben vestite, ingioiellate, con i simboli del loro potere, amministrativo o militare, ben in vista.
Tutti sembrano contenti, ma nella realtà tutti ridono quando ride il capo, dicono quello che lui dice, si guardano bene dal contraddire quel che lui o quelli a lui vicini dicono. Sorridono, ma non sono contenti, ostentano benessere, ma se ne starebbero volentieri a casa propria, senza per forza affrontare quei doveri di società che la loro situazione impone loro. E il capo è lui, Erode, adulato e ossequiato da tutti. Sembra.
Lʼarrivo della danzatrice fa perdere i freni inibitori ai convitati – e anche al capo. Aggiungi il vino e il resto è fatto. Scappa una parola in più ed ecco il pasticcio. Quello che sembra il capo fa qualcosa che gli altri si aspettano che lui faccia, si fa fregare dalla compagna che non sopporta le prediche di Giovanni Battista. Insomma, il maschio alfa, o quello che si ritiene tale, si fa mettere i piedi in testa da una donna talmente navigata da mandare avanti la figlia giovane e bella. E poi tutti lo guardano, lo giudicano. Non può fare brutta figura.
Erode posso essere io. Il “rispetto umano”, come si chiamava un tempo, è la disposizione a fare, dire, agire, non come io vorrei davvero, cioè come sento vero, buono e giusto, ma come gli altri mi dicono che bisogna fare. Ecco allora i fatti della nostra cronaca: ci si ubriaca perché il gruppo lo fa, il gruppo dal quale non voglio sentirmi escluso, si combinano cose più o meno gravi soltanto perché sono “da uomo”, si bullizza uno perché gli altri, il capo, lo fanno, e io devo far parte del loro gruppo. E quella è la prova di ammissione al clan.
Chiedo allora a Dio la grazia di allontanarmi dalle compagnie sbagliate e di trovare relazioni vere.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando mi è capitato di seguire logiche lontane da quella del Vangelo?
Quale “compagnia sbagliata” affido oggi al Signore?
In quale luogo della mia vita ho più bisogno di sentirmi libero?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
5
Agosto
2023
Chi comanda, qui?
commento di Mt 14,1-12, a cura di Ottavio De Bertolis SJ