Claude Monet, Tramonto a Pourville Pleine Mer (1882) -
Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi [...].
Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall’azzurro:
più chiaro si ascolta il sussurro
dei rami amici nell’aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest’odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Eugenio Montale, I limoni
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 13,1-9)
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Mi lascio ispirare
Oggi conosciamo un Gesù che esce di casa e si siede in riva al mare, un Gesù in uscita, in ricerca, un Gesù che si lascia incontrare in riva al mare.
È bello pensare a un Gesù che scruta l’orizzonte, che forse si lascia toccare, interrogare da ciò che vede. Quante volte davanti al mare o in montagna, nei giorni di vacanza, lasciamo finalmente andare la nostra mente e il nostro cuore?
Proprio lì, sulla spiaggia, Gesù, nell’intimità dei suoi pensieri, è raggiunto da tante persone che gli si radunano attorno, una folla! È in quel momento che decide di salire su una barca, di allontanarla dalla riva e di sedervisi sopra per poter farsi vedere da tutti, parlare a tutti di molte cose.
Racconti spesso non semplici da intendere, che però aprono a un cammino personale, esistenziale, al ruminare tanto a partire dal poco da gustare interiormente.
Il seminatore esce a seminare, il seme è lui che si lascia cadere là dove è accolto o là dove è perduto, senza riserve. Il terreno siamo noi, con le nostre ricchezze, le nostre povertà, le nostre relazioni, il nostro lavoro, tutta la nostra umanità…
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che modo do agli altri l’opportunità di lasciarmi incontrare?
Quando lascio che il mio sguardo si perda all’orizzonte?
In che modo posso rendere la mia vita terreno vivo per Gesù?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
26
Luglio
2023
Dolcezza inquieta
commento di Mt 13,1-9, a cura di Maria Buiatti Luca Baccolini