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Pro veritate adversa diligere et prospera formidanter repugnare.
Per amore della verità, amare le cose avverse e invece sentire piuttosto distacco, disagio, per le cose favorevoli.
San Gregorio Magno
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 11,20-24)
In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».
Mi lascio ispirare
L’invettiva di Gesù ci coglie di sorpresa. Non ci aspettiamo che rimproveri delle città e, tantomeno, che rivolga parole di fuoco a Cafarnao. Qui due coppie di fratelli lo avevano seguito abbandonando le reti sul bordo del lago, qui un centurione aveva stupito Gesù con la sua fede, qui molte persone avevano portato a lui dei malati e lui li aveva guariti…
Come mai ora Gesù paragona Cafarnao a Sodoma e Gomorra, città distrutte per la violenza usata contro gli ospiti?
La predicazione di Gesù doveva aver provocato una divisione nella città, tra chi lo aveva accolto con fede e chi era rimasto indifferente. Una barriera invisibile separava gli abitanti. La vita degli uni non toccava la vita degli altri.
Un uomo, che per la sua mano inaridita era rimasto ai margini, ora si trovava al centro. La sua gioia, la sua dignità ritrovata, non significava nulla per altri cittadini. Questi non riuscivano a sorridere, a dire una preghiera di ringraziamento, davanti a una moltitudine di malati guariti. Avevano deciso nel loro cuore che tutto è corrotto, che l’esistenza è un correre a precipizio verso la morte. Gesù nel suo appello dice quello che essi hanno già deciso dentro di sé.
Qual è lo stato di salute della nostra città? Riusciamo a godere del bene gli uni degli altri?
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali prodigi vedi nella tua città?
In che modo vengono trasmesse le buone notizie?
Quali barriere invisibili portano a ignorare il bene che vi si compie?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
18
Luglio
2023
La possibilità di gioire insieme
commento di Mt 11,20-24, a cura di Stefano Corticelli SJ