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Le nostre fragilità sono il metronomo della vita.
Massimo Pistoja
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 11,25-30)
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Mi lascio ispirare
Grazie, Signore Gesù, perché vuoi solo il mio bene; grazie perché vuoi farmi crescere e, nonostante le mie resistenze, sei sempre lì, sulla croce, ad aspettarmi. Sulla croce ti sei caricato di tutta la debolezza umana, di tutta la mia debolezza, di tutte le mie fragilità. Dalla croce mi guardi con dolcezza e mi fai l’invito a raggiungerti affinché tu possa liberarmi. Solo tu puoi farlo.
Insegnami, o Maestro buono, a essere umile come te. Voglio imitare il tuo atteggiamento sereno di fronte al peccato e alla fragilità del nostro tempo. Il tuo giogo è terribile, pesantissimo, eppure per te incredibilmente leggero. Solo tu puoi aiutarmi a rendere più leggere tutte le fatiche che mi porto dentro e che non so come gestire. Ti affido tutta la mia vita.
Aiutami, Amato mio, a ritrovare la bellezza che tu hai posto in me e a riconoscerla anche nei fratelli e nelle sorelle che mi hai posto accanto. Aiutami a riscoprirmi amabile per quello che sono e così capace di amare a mia volta. Ti lodo perché mi vuoi piccolo, sebbene io voglia farmi dotto: riconoscendomi tuo fratello vivo la gioia di essere figlio di Dio, mettendo da parte la pretesa di saperne più di te, l’illusione di poter disporre della mia vita senza la guida del tuo Spirito. Dammi un cuore semplice capace di amare te e i fratelli con sincerità.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando mi è capitato di pretendere di saperne più di Dio?
Quali sono gli ostacoli (interni ed esterni) che mi impediscono oggi di vivere con sincerità le mie relazioni?
In quale aspetto della mia vita sento il bisogno di ritrovare la bellezza che Dio ha posto in me?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
9
Luglio
2023
Abbracciati alla croce
commento di Mt 11,25-30, a cura di Marco Ruggiero