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Non passione ci vuole, ma compassione, capacità cioè di estrarre dall’altro la radice prima del suo dolore e di farla propria senza esitazione.
Fëdor Michajlovič Dostoevskij, L’Idiota.
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 9,36-10,8)
In quel tempo, Gesù, vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».
Mi lascio ispirare
Gesù prova compassione per le folle, soffre perché sono smarrite, si stancano andando avanti e indietro senza una meta. Gesù avverte dentro di sé la paura, il terrore che ha una pecora quando si perde. Sente come questa pecora indifesa tremi e sente di dover fare qualcosa per lei. La sua preghiera, l’invio dei Dodici, le istruzioni conferite nascono da un movimento viscerale, da una sensibilità che raggiunge tutto il corpo.
Gesù prova compassione e per questo agisce. Noi perché ci impegniamo? Che cosa ci spinge a parlare, a discutere, a indignarci e a lottare? Desideriamo e sogniamo un mondo più fraterno, più giusto, più a misura d’uomo. Lo desideriamo perché risponde ai nostri nobili ideali, o perché il prossimo ne ha bisogno?
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando ho agito per compassione?
Quando, invece, ho agito per dei valori?
Quale differenza avverto tra le due situazioni?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
18
Giugno
2023
Proteggere
commento di Mt 9,36-10,8, a cura di Stefano Corticelli SJ