da “I sogni segreti di Walter Mitty” -
Non amo avere la distrazione dell’obiettivo, voglio solo restarci dentro.
da “I sogni segreti di Walter Mitty”
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 12,28b-34)
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Mi lascio ispirare
Il verbo amare implica necessariamente una prossimità nel suo significato più sostanziale e semplice. Non esiste infatti la concezione di questo verbo senza la necessaria figurazione di una sponda che ne accolga l’azione. L’atto d’amore non è mai autoconclusivo e fine a se stesso e non può essere parziale; se è parziale non è amore. Il primo comandamento è dunque riconoscere l’Unicità dell’Altro è muoversi verso questi con tutto quello che si è – appunto amare.
Gesù, quale essere umano pienamente compiuto e quale Dio che salva, anche nel rispondere alla domanda ama, va oltre e si muove verso altro: dice infatti che il primo diventa secondo quando la totalità e l’unicità di ciò che siamo diviene la misura idonea per coprire la prossimità, per coprire la distanza che separe le sponde dell’esistenza.
In questo senso il come amare diviene il cosa vivere, il modo diviene l’oggetto e l’oggetto si realizza in soggetto. La soggettività dell’Amore è liberata dall’oggettività dell’Unità che tutto comprende valorizzando la distinzione dei termini che la compongono: il cuore, la mente, la forza sono potenze distinte che magnificano parimenti l’Essere.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Qual è la sponda del mio agire?
Per cosa, da cosa sono diviso?
In quale luogo della mia vita dimentico l’unità?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
8
Giugno
2023
Unificami
commento di Mc 12,28b-34, a cura di Mounira Abdelhamid Serra