La nostra vera nazionalità è l’umanità.
Herbert George Welles
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 12,13-17)
In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio». E rimasero ammirati di lui.
Mi lascio ispirare
La domanda che Farisei ed Erodiani rivolgono a Gesù è subdola, intrisa di aspettative religiose popolari che attendono l’arrivo di un messia liberatore, politicamente impegnato e vincitore.
Leader spirituali e politici si presentano insieme, mischiano le dimensioni religiosa e politica. Spesso le religioni (e tra loro anche la cristiana cattolica) sono state accusate di essere portatrici di germi di intolleranza ed esclusione… Che sorpresa scoprire che Gesù è stato il primo laico della storia. Quasi potremmo dire che il principio di laicità sia stato voluto proprio dal Signore.
La risposta di Gesù è lapidaria: restituite a ogni aspetto della vita ciò che a esso appartiene.
Gesù invita a porre ordine, dando valore. Non esclude, non costruisce muri, non separa, non arma conflitti; piuttosto riconosce nella vita umana la compresenza di diversi livelli, di differenti e articolate appartenenze, di profondità di senso sfumate e decisive. Cammino, trasformazione, evento, novità sono favorite nella complessità riconosciuta e accolta, nella trama “ordinata” del vivere, come fratelli e sorelle.
Dove i suoi interlocutori vedono un nodo gordiano da tagliare con la spada, Gesù vede un orizzonte ampio. L’ultimo e primo criterio dell’uomo e della donna di fede è il cuore riconoscente. Dice sant’Ignazio, che l’uomo è creato per lodare, riverire e servire Dio Nostro Signore. In questo spazio che all’improvviso si allarga davanti al cuore e alla mente delle persone è “facile” dare a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Nella tua quotidianità, che cosa senti appartenere a Dio e cosa a Cesare?
Che cosa scegli di custodire e restituire a Dio?
Qual è il bene concreto possibile che puoi realizzare oggi nella tua vita, sapendo che sei stato creato/a per lodare, riverire e servire Dio Nostro Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
6
Giugno
2023
Un Dio laico
commento di Mc 12,13-17, a cura di Diego Mattei SJ