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Coraggio non è conoscere il percorso, è fare il primo passo.
Katie Davis
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 16,5-11)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».
Mi lascio ispirare
Oggi Giovanni, nel discorso di addio di Gesù ai discepoli, un discorso che ci permette di conoscere nel profondo il suo cuore, ci mette davanti a una dichiarazione piuttosto sorprendente del Maestro: deve andarsene, per poter inviare loro il Paraclito.
Ma perché? Non sarebbe molto meglio avere lui e il Paraclito? I discepoli, così come noi, dovranno, dopo l’esperienza della morte e risurrezione di Gesù, imparare a vivere la vita di testimonianza da soli, ormai adulti nella fede. E questo cammino sarà reso possibile proprio dal dono del Paraclito, del Consolatore, di quello Spirito di Dio che permetterà di riconoscere presente il Figlio e quindi il Padre stesso nella vita e nelle opere che si compiranno. Un grande dono e una grande sfida per quei discepoli che ancora stanno tristi e al chiuso, ora – e per noi, cui il grande dono dello Spirito Santo permette, nel nostro tempo, di camminare alla luce del Risorto per testimoniare una vita piena e ricca di opere.
Ecco la sfida della vita di fede di ogni credente nel Risorto: riconoscere come lo Spirito ci faccia camminare con e per il mondo di oggi, in una vita piena.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando ti è sembrato che il Signore ti abbandonasse?
Quale relazione ti ha insegnato il valore della libertà?
In quali occasioni ti senti chiamato a fare testimonianza della gloria del Signore semplicemente con la tua vita?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
16
Maggio
2023
Una presenza “limitante”?
commento di Gv 16,5-11, a cura di Lino Dan SJ