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Non puoi chiamarla libertà
finché non rischi di cadere.
Daniele Silvestri, Acrobati
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 15,26-16,4a)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».
Mi lascio ispirare
Può far paura, il cambiamento. Con la morte e la resurrezione di Gesù viene lo Spirito, e rinasciamo nello Spirito. Uno Spirito che ha tanti nomi, soffio di vita, Consolatore… Gesù lo chiama Spirito di verità, dice che viene dal Padre, dalla fonte dell’amore. E dice che lo rende presente, perché lui è la Verità.
Ma venire al mondo non è indolore: questo è uno Spirito che ci scomoda dalle nostre posizioni, ci chiede di scegliere, continuamente, se dare la vita o prenderla, se amare o no. Può far paura perché è uno Spirito che ci espone al rifiuto. Gesù prepara i suoi discepoli alla sofferenza che verrà nelle persecuzioni, dice che tutto questo male viene dal non conoscere l’amore del Padre, dal non riconoscersi fratelli.
Il problema oggi è che rischia di non scandalizzarci neanche più il male. E mi viene da pensare ai miei luoghi di morte, alle persone che mi hanno derisa, alle convinzioni che ho visto crollare, alle relazioni che sono finite perché sapevano di morte più che di vita… All’ostinazione con la quale tentavo di ricostruire, di rimettere insieme ciò che la grazia aveva distrutto. Ai muri che sono diventati invalicabili, anche i miei, in nome di un’idea sbagliata di Dio. A quando ho impedito a questa grazia di passare. A quando sono rimasta in silenzio per paura.
Solo davanti alla Verità posso distinguere il male dal bene. Mi metto dalla parte del torto. Non penso solo a quando mi è stata presa la vita, ma anche a quando l’ho presa io al posto di donarla o accoglierla. Affido queste cadute, queste rovine, e vedo tra i detriti qualcosa di nuovo, è appena un germoglio quello che mi viene affidato. Questo non è certamente opera mia, ma è lì proprio per me, da offrire. Libertà è una parola vuota se non riconosco i miei fratelli e se non sono disposta a correre dei rischi per loro. È davvero possibile rispondere al male con il bene come hai fatto tu? Amare a perdere, con lo slancio di un salto nel vuoto. Cosa posso dire di Te se non questo?
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali esperienze di rifiuto puoi affidare al Paraclito?
Cosa ti trattiene dal dire la tua parola vera e quali rischi sei disposto ad assumerti?
Che nome ha il germoglio che hai davanti?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
15
Maggio
2023
Amare a perdere
commento di Gv 15,26-16,4a, a cura di Caterina Bruno